Ultrasound dye-assisted surgery (USDAS): a promising diagnostic and therapeutic tool for the treatment of cancer recurrences in the neck
Ultrasound dye-assisted surgery (USDAS): un promettente strumento diagnostico e terapeutico per il trattamento delle recidive neoplastiche nel collo
G. Giugliano, E. De Fiori1, M. Proh, T. Chulam Celestino2, E. Grosso, A. Cattaneo, B. Gibelli, M. Massaro, M. Ansarin
Head and Neck Surgery Division, 1 Radiology Division, European Institute of Oncology (IEO), Milan, Italy; 2 Head and Neck Surgery Department, A.C. Camargo Hospital, S. Paulo, Brasil
Summary
The evolution of new techniques for cancer surgery has led to important changes in cancer care in recent years. The endpoint of cancer treatment is now to treat the patient with minimum discomfort while respecting quality of life. New techniques, such as mini-invasive surgery, must respect the correct oncological indications, when technically feasible. The surgery for nodal spread or recurrence of disease, after previous surgery on T or T and N for neck cancer, can represent a diagnostic and therapeutic challenge, especially in the neck, which is characterized by small spaces and noble structures. Often lesions become enveloped in scar tissue and can be difficult to visualize during surgery, representing a genuine problem for the surgeon. Ultrasound dye-assisted surgery is a procedure that combines ultra-sound localization of pathological nodes with the use of methylene blue to mark diseased structures to simplify their visualization (and thus removal) in the surgical field. The technique is simple and can be used in surgically and oncologically experienced hands, even in hospitals that do not have sophisticated technology.
Riassunto
L’evoluzione di nuove tecniche chirurgiche per il trattamento delle neoplasie ha determinato negli ultimi anni profondi cambiamenti filosofici nell’approccio alla cura del cancro. Oggi si cerca di effettuare il trattamento che dà il massimo vantaggio in termini oncologici con il minimo effetto collaterale per il paziente, utilizzando sempre più spesso, ove fattibile, tecniche mini-invasive, cercando di salvaguardare il più possibile la qualità di vita del paziente. La chirurgia delle recidive linfonodali o di carcinomi, dopo pregressa chirurgia su T o su T ed N, può rappresentare un’importate sfida sia diagnostica che terapeutica, in particolar modo nel collo, distretto caratterizzato da spazi angusti e da strutture nobili. Spesso la lesione è inglobata nella pregressa cicatrice ed è difficilmente localizzabile in corso d’intervento, rappresentando un vero e proprio problema per il chirurgo che non sempre riesce a individuarle e ad asportarle. L’USDAS è una metodica che servendosi della guida ecografica e dell’uso di un colorante vitale (blu di metilene) rende visivamente identificabile la recidiva facilitandone l’asportazione. La sua semplicità consente un utilizzo, in mani chirurgicamente ed oncologicamente esperte, anche in strutture che non dispongono di sofisticate tecnologie.